La SCATOLA e le MACERIE

la vita ti travolge e manco te ne accorgi.
e quando te ne rendi conto sei già sulle macerie di qualcosa e camminarci sopra è proprio difficile.
vorresti lasciare tutto lì, ad impolverarsi, a ristagnare, pur di non pensare che puoi andare avanti, pur di non prenderti la responsabilità di farlo andare avanti; semplicemente perché significherebbe coltivare tutto, dolore e delusioni comprese, mentre il tuo unico desiderio è proprio quello di lasciarli marcire insieme con tutto il resto.
butteresti all’aria lavoro persone e bellezza per 48 ore non-stop di divano. come se il divano fosse un distributore automatico di salute mentale ed emotiva.
E invece no.
Devi ripartire. per forza. perché a biologia hai imparato che la vita non si ferma davanti a nulla.

la vita non ti dà tutto il tempo di cui hai bisogno ma solo quello necessario per guardare il tuo piccolo dolore un’ultima volta e metterlo in una scatola per dimenticarlo.
e quando lo avrai dimenticato ti capiterà di dover fare un trasloco, di dover portare la tua anima in una nuova casa. sarai costretto a svuotare i cassetti, a fare ordine, a capire dove sono le tue cose, a scegliere quali portare con te e quali abbandonare.
e stai pur certo che quella scatola ti capiterà tra le mani.
e stai pur certo che quella scatola non la riconoscerai.
e stai pur certo che la aprirai.

ecco uno dei modi con cui ti travolge la vita: con una scatola che avevi messo da parte e che sei costretto ad aprire per colpa di un trasloco. e chi lo può dire, se è destino o caso, se è la vita stessa che quella scatola te la fa trovare proprio in quel momento perché solo allora sarai finalmente capace di sopportare tutto con una maturità diversa.
sono questioni trascendentali – queste – che io mi rifiuto di ascoltare.

sta di fatto che la vita il più delle volte ci appare ingiusta, ingiusta perché non si ferma il tempo a noi necessario per capire che quel dolore va buttato e non messo dentro una scatola.

Quindi ho deciso: quel cassetto, quella scatola che contiene tutto quanto il dolore e la delusione, basta, è ora di buttarla via.

non mi serve per un altro trasloco. non mi serve più riaprirla. non ci sono più possibilità di rivedere sotto un’altra luce le vicende che ho racchiuso qui dentro. continueranno a far parte di me, questo è certo, e per questo non le rinnego. ringrazio, anzi, che facciano parte di me. sono quella che sono anche grazie a loro. sono più forte e più cosciente di quanto basti a me stessa, del dolore che riesco a sopportare, di quanta strada debba fare ancora prima di riuscire a perdonare. ringrazio ma non ci torno più su. non la apro più la scatola. la getto via. dico, non faccio finta di non vederla. semplicemente non la vedo più. non esiste.

è il momento di riprendere a scrivere, di cose nuove.

quindi La mia vita in comode rate chiude. da ora in poi sarò solo PHOTOSENSIBLE: tutt’i colori, più 1.

settuttoèppossibbile

se tutto è possibile allora potresti anche tornare e dirmi che facevi l’amore con lei e immaginavi di essere con me e se tutto è possibile io potrei mettermi a piangere, potrei crederti, potrei amarti ancora, se tutto è possibile potresti non tornare, potresti non tornare mai, mai, mai, se tutto è possibile io potrei amarti fino alla fine, fino alla fine, fino alla fine, anche se non mi ami, se tutto è possibile potrei tornare a sorridere, potremmo tornare a sorridere insieme, se tutto è possibile un giorno potremmo rincontrarci e non salutarci, se tutto è possibile un giorno potrei trasferirmi lontano da qui e star male tutto il giorno quel giorno lì perché penserei a te che se tutto è possibile potresti aver voglia di mardarmi dei fiori, ma sbaglieresti indirizzo, se tutto è possibile potrei amare ancora, e potrei iniziare a dire a tutti che amare due volte in una vita è possibile, dovete credermi, se tutto è possibile pur di non stare da sola un giorno potrei fare un figlio con un uomo buono, troppo buono, e quel figlio ti potrebbe assomigliare da quanto ti penserò, se tutto è possibile è una bella merda.

“LA” tempesta

Anni spesi a preparare un futuro da manuale
a controllare il sangue
a farsi analizzare
anni a scuola ad imparare le maniere giuste
e a controllare che le mani siano sempre al loro posto
anni spesi a preparare un futuro da manuale
senza sapere che sta arrivando la tempesta
e lei non lo sa
non conosce il nome
e lei non lo sa che dopo la tempesta niente sarà uguale
anni spesi a preparare un futuro da manuale
senza sapere che sta arrivando la tempesta
anni ad allenare il corpo a non farsela scappare
l’occasione che arriva senza ritornare
e lei non lo sa
non conosce il nome
e lei non lo sa che dopo la tempesta niente sarà uguale

pagina ventitre di trecentosessantacinque: supplente reloaded.

E ho visto.
Ho visto che le persone possono lasciarti, mandarti via con una facilità incredibile.
Ho visto che per loro è sempre più semplice perché ti sbattono la porta in faccia ridendo mentre tu piangi ripetendoti a mente i loro “ci sarò”, i loro “ti voglio bene”.
Ho imparato la lezione.
Se uno rimane lo si capisce quando ti guarda e intanto ti sorride, ma non dice nulla.

Hanno ragione tutti.
Chi vuole tradire per indole tradisca.
Chi vuole tradire perche si sente trascurato tradisca.
Chi vuole tradire per noia tradisca.
Chi vuole tradire per allegria tradisca.
Chi vuole tradire per leggerezza tradisca.
Chi vuole tradire per abitudine tradisca.
Chi vuole tradire per troiaggine tradisca…
Padroni …
Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora:

chi ama non tradisce.

Quelle come me non tradiscono mai, quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare. Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato. Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive. Quelle come me donano l’anima, perché un’anima da sola, è come una goccia d’acqua nel deserto.
— A. Merini

Soffrirò, morirò. Ma intanto, sole, vento, vino, trallallà.

chi mai si mette a parlare degli amori mancati per un soffio? Nessuno.perché nessuno comprende che non si continua a vivere come prima anche se il fulmine ti cade di fianco, senza colpirti.perché certe volte ciò che ti ferisce è ciò che non è accaduto, ciò che a stento ti ha sfiorato, ciò che ha scelto di non colpirti.la verità è che diventa semplicemente troppo difficile da raccontare in una forma che sia credibile; e così finisce per diventare un segreto che muore con te.

la verità è che detesto dover misurare l’interesse di qualcuno dalla velocità con cui risponde ad un messaggio.ma sono costretta a farlo.eh già, perché mi pare incontrovertibilmente chiaro che se io ti scrivo all’improvviso- senza ragion di logica, senza una reale utilità, senza perché, senza domande importanti -un messaggio che dice due parole sfigate ma che in realtà urla“non sapevo come fare per entrare nella tua giornata, abbi pazienza, non ridere di me… rispondimi, ti prego”,beh, se tu non mi rispondi entro cinque, al massimo dieci minuti,io sono nella merda.Perché a certi messaggi, se li stai aspettando, rispondi anche con le dita dei piedi facendo la verticale.

qualcuno ha detto che – qualcuno ha detto che nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.

quando poi capisci che ami veramente qualcuno, il primo pensiero che ti terrorizza è che quel qualcuno smetta di amarti,

quando invece l’unica preoccupazione che dovresti imparare a considerare è che tu non smetterai tanto facilmente di amarlo.

ed è per questo motivo che, tutto d’un colpo, ti scopri a guardarlo più volte di quante dovresti, quel qualcuno,

e inizi a stilare un lungo elenco fatto di tutte quelle cose che ti mancherebbero il giorno in cui potresti perderlo.

il problema è che ogni persona è un oggetto facile da rompere e difficile da riparare. e le persone danneggiate sono pericolosissime poiché sanno ormai di riuscire a sopravvivere.

 

pagina diciannove di trecentosessantacinque: cometisidovrebbebaciare.

Quando ti bacio non è solo la tua bocca, non è solo il tuo grembo che bacio.
Io bacio anche le tue domande e i tuoi desideri, bacio il tuo riflettere, i tuoi dubbi e il tuo coraggio; il tuo amore per me e la tua libertà da me, il tuo piede che è giunto qui e che di nuovo se ne va.
Io bacio te così come sei e come sarai domani e oltre e quando il mio tempo sarà trascorso.

stanno tutti bene

lo so.
quanto lacera
il ferire ti ferisce, a sua volta.
le lame son tutte a doppio taglio, quando si ama.

lo so.
quanto è profondo e buio
l’abbandonare è farsi abbandonare, a sua volta.
l’educazione non prevede che si possa andar via bene senza stare un poco male.


io so anche
però
che scegliere significa scegliersi.
[e questo va sempre bene]

mangia.

e non leccarti troppo la ferita, che sennò diventa piaga.

l’unica cosa certa è che il tempo ti è amico.
il tempo è amico di tutti.

anche se gli strappi al cuore restano.

supplente.

sporcami.
imbrattami con i tuoi colori.
così accesi e invadenti.
ho voglia del tuo abbraccio. è la mia sola fede.
ho voglia del tuo odore buono. è l’unica aria che voglio respirare.
aggrappati a me e scala la tua vetta.
posso essere scusa o motivo, se lo vorrai.
stringimi così forte da lasciarmi i segni sulla pelle.
toccami e lasciati toccare.


metteremo le bucce dei mandarini sui caloriferi
e ci vestiremo di nuovo di neve
scatteremo continuamente istantanee del nostro mondo
dormiremo negli spiragli di luce filtranti dalla finestra
e suoneremo ancora insieme una canzone

vivi con me e sporcami.
per 100 anni o per un solo giorno.
poi potrò andarmene senza rimpianto.

.cose.senza.un.senso.apparente.

Oh. Sono così brava a fare della semplice autoironia, spontanea e fresca.

Ma quando mi ritrovo con una tastiera sotto le dita i pensieri fluiscono senza ragione e il discorso si scrive da solo, accompagnato costantemente da quella nota malinconica.

Scrivevo post divertenti: era un’altra età, forse.

Ora tutta questa introspezione mi pesa. ho un vuoto allo stomaco. una voragine.

mannò, è la fame.

Voglio solo camminare con te sotto quello stesso cielo carbone, schiarito dalle luci della città, tenendoci per gli occhi.

e parlare di tutto per poi arrivare a non sapere di cosa si stava parlando, con esattezza.

e perdere nelle parole che fluiscono quelle piccole intenzioni istintive, lasciarle scappare lontane da noi, per non rischiare di.

e dopo un po’ ritirarle con un filo invisibile, guardandole mentre stanno nuovamente per concretizzarsi sulla nostra pelle, mentre acquistano la nostra temperatura corporea e il nostro odore e il colore dei tuoi occhi.

tutto questo tira e molla mi sfianca e mi dà energia, insieme.

non posso avere quello che voglio e forse in fondo questo mi dà sicurezza.

NO, non è questo.

Non è per nulla questo, il motivo.

Sei tu, il motivo. che mi tiene sulla fune. In un equilibrio precario che più che farmi sentire in pericolo, mi fa sentire davvero viva.

[in cerca di uno schianto]